Ricordiamo, con le parole della dott.ssa Roberta Ricciardi, medico e sua grande amica, il dott. Folco Fiacchino, Amico e Coordinatore del Gruppo Scienze Mediche della Fondazione, che il 13 dicembre scorso è venuto a mancare.

 


folco fiacchinoDr Folco Fiacchino

Ecco una brevissima storia della vita del Dr Folco Fiacchino, un medico e un anestesista senza eguali per le straordinarie doti umane e professionali. Non sarebbero sufficienti mille pagine a lui dedicate per descriverlo ma sono certa che, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, potranno spero essere sufficienti poche parole per ricordare sempre la sua “grandezza”,

Folco Fiacchino è nato a Passignano S/T (PG) nel 1938.
Essendo anche un professionista davvero senza limiti, durante gli studi è stato anche  in Aeronautica come controllore del Traffico Aereo presso la Riv di Milano.

La sua passione era però per la medicina, sicuramente anche per poter essere sempre un costante aiuto per chi avesse potuto avere bisogno di lui. Si è quindi laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano e nella stessa Università si è  poi specializzato  proprio in Anestesia e Rianimazione, successivamente anche  in Neurologia.
A partire dagli anni 70 è stato  quindi Anestesista – Rianimatore e Primario presso l’Istituto Neurologico Besta di Milano  dimostrando sempre una  cura ed un’attenzione per tutti i malati davvero indescrivibile.  

Durante il periodo giovanile, vissuto in Aeronautica, è iniziato anche il rapporto di amicizia solido e profondo  con  Giancarlo Quarta. La loro è stata un’amicizia di intenso e reciproco affetto, oltre che di stima.
Ha sempre poi seguito, con grande generosità e dedizione, i problemi di salute di Giancarlo e lo ha sempre aiutato con grande competenza e sensibilità, fino alla fine.  Quando, proprio in memoria del suo grandissimo amico Quarta, è stata costituita la Fondazione Giancarlo Quarta Onlus, ne è quindi diventato membro del Comitato Scientifico con il ruolo di Coordinatore Gruppo Scienze Mediche. Ha quindi poi sempre mantenuto questo incarico, proprio fino alla fine, con grande dedizione e impegno professionale, dedicandosi sempre, in modo elettivo, anche all’aiuto e al sostegno  di tutti i pazienti con gravi problemi di salute.

Folco Fiacchino, è stato sicuramente uno straordinario Medico Anestesista-Rianimatore che dovrebbe rappresentare proprio un esempio di vita non solo per tutti i rianimatori ma anche per tutti i medici.  Si è infatti costantemente preso cura di ogni paziente con estrema competenza, aggiungendo però sempre alla professionalità anche un amore infinito, unito al desiderio di restituire la salute ad ognuno di loro.  Anche io devo proprio a Folco il ritorno a una nuova vita e quindi anche l’opportunità di essere poi potuta diventare Medico e Neurologo per poter curare ed amare ognuno dei miei pazienti, come lui mi ha insegnato.  Folco ha avuto una famiglia bellissima ma oltre alla straordinaria moglie e ai suoi meravigliosi figli e nipoti è stato sempre anche un po’ il papà inesauribile di tutti i suoi malati più disperati. Tutti i suoi pazienti sono stati infatti veramente anche un po’ figli suoi…  Anche io ho quindi avuto la fortuna e l’onore di essere una dei suoi tanti figli strappati con decisione alla morte e curati con quel suo impegno davvero “unico” a cui anche la malattia si doveva davvero sempre piegare…

Io sono Roberta Ricciardi e sono proprio una delle tante vite da lui salvate e restituite ad una nuova vita. Colpita da una forma gravissima di miastenia a soli 13 anni ho trascorso i miei primi anni di vita tra l’ospedale di Pisa e la Rianimazione dell’Umberto I di Roma, con una tracheotomia per poter respira ma con sempre la vita legata davvero ad un filo. Successivamente, il mio trasferimento all’ Istituto Neurologico Besta di Milano, mi ha offerto invece la speranza di una possibile nuova vita.  Lì ho infatti conosciuto Folco ed ho quindi capito che anche i miei genitori non sarebbero più stati soli nella loro lotta disperata per cercare di tenermi in vita.      Conoscere Folco ha infatti davvero acceso la luce alla speranza concreta di non essere finalmente più da  sola, insieme ai miei genitori,  a combattere contro la miastenia.  

Nella mia giovanissima età sono rimasta davvero incantata dalla dolcezza e dalla fermezza con cui Folco  ha salvato la mia vita e quella di tanti altri disperati.    Estasiata  da questa sua straordinaria dedizione al paziente e  dalla sua capacitò   di cura, promisi quindi a me stessa  che se anche io fossi un giorno riuscita mai a diventare medico avrei   fatto di tutto  per cercare di ripetere su tanti ammalati questa sua grandissima  attenzione e capacità curativa.  Unire sempre alla  professionalità anche  l’Amore che cura,  non è facile, ma sul paziente disperato questa magica formula ha un potere curativo incredibile. Questo Folco mi ha insegnato e questo io ho cercato poi di ripetere su ogni mio paziente. Ho  curato più di 8000 malati  disperati, con forme di  miastenia spesso definite incurabili, ma l’insegnamento di Folco mi ha  sempre accompagnata in questo mio impegno incredibile.  Folco mi ha costantemente sostenuta e  seguita durante tutto il mio percorso di vita e  poi di medico, davvero come un mio secondo padre, come a me piace definire sempre il mio rapporto con lui. Ho perso precocemente  mio padre ma Folco mi ha subito presa per mano ed accompagnata durante tutte le mie  non semplici problematiche  di salute  incontrate nel mio percorso di vita. Ora sono andata in pensione  e  anche Folco ci ha lasciati proprio il 13 Dicembre, nel giorno di Santa Lucia. Proprio  in questo particolare  giorno di Santa Lucia in cui, come  era sua abitudine,  il  Dottor Fiacchino non ha mai lasciato da soli i suoi pazienti  ma è sempre  venuto  nella sua Rianimazione  per abbracciarli e anche per portare dei giocattoli a tutti i bambini che erano lì ricoverati. Io ho assistito ad alcuni di questi particolari  momenti  che non voglio  certo  più dimenticare  e spero tanto che Folco e Santa Lucia  continuino ancora  ad accompagnarmi nel mio impegno di cura per tutti gli ammalati  che avranno ancora bisogno di me. Proprio come lui mi ha insegnato…

Roberta