Relazione medico – paziente: anche le parole curano
La ricerca-intervento realizzata dalla Fondazione Giancarlo Quarta Onlus all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha coinvolto oltre 4000 pazienti e più di 100 medici: il miglioramento della qualità delle relazioni tra medici è pazienti è stato superiore al 54%
In un campo complesso come quello della relazione medico – paziente è possibile migliorare sensibilmente la qualità del rapporto senza impiegare i tradizionali metodi di formazione e senza sottrarre tempo all’attività professionale?
Questo è quanto ha fatto il Progetto I.P.P.O.C.R.A.T.E.S. (Interventi di Premiazione e Potenziamento degli Ottimi Comportamenti di Relazione dei medici in Ambito Terapeutico E Sanitario) realizzato dalla Fondazione Giancarlo Quarta Onlus, con il sostegno di Fondazione Cariplo, presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Come afferma Lucia Giudetti Quarta, Presidente della Fondazione: “Una buona relazione medico-paziente è un aspetto fondamentale nella cura della malattia, perché crea un clima di fiducia che incide positivamente sull’atteggiamento del paziente nei confronti della terapia e, quindi, sull’efficacia della cura”.
Il progetto ha ottenuto risultati sorprendenti, muovendo dai buoni comportamenti relazionali già espressi dai medici stessi nella loro attività quotidiana e lavorando sulla reciproca soddisfazione che la buona relazione determina per entrambi i protagonisti del rapporto.
I buoni comportamenti dei medici sono stati rilevati e riferiti direttamente dalla viva voce di oltre 4000 pazienti, venendo poi commentati, valorizzati e diffusi all’interno della struttura ospedaliera.
Nel corso del progetto, più di 100 medici hanno ricevuto da FGQ lettere di apprezzamento personalizzate, corredate dalla testimonianza del paziente che ricordava i buoni comportamenti, nonché da approfondimenti teorici che illustravano le logiche relazionali alla base dell’apprezzamento.
Questa innovativa modalità di formazione ha conseguito brillanti risultati: la qualità relazionale percepita dai pazienti è stata misurata all’inizio del progetto e, successivamente, altre tre volte mediante un apposito questionario somministrato complessivamente a circa 500 pazienti; i valori registrati sono stati in continua crescita, fino a toccare, una volta concluso l’intervento, un miglioramento generale del 54,42% rispetto al dato di partenza.
Tra i picchi di crescita rilevati dai pazienti, si evidenziano: un incremento medio del 60% della frequenza delle manifestazioni di vicinanza emotiva e di ascolto espresse dai medici nei loro confronti, un aumento del 66% dei comportamenti dei medici volti a verificare la comprensione delle informazioni fornite da parte dei pazienti e una crescita del 72% delle manifestazioni di apprezzamento dei medici per i comportamenti adottati dagli ammalati durante le cure.
Significativamente, come tendenza generale, si è registrata una maggiore percentuale di miglioramento per quei punti che inizialmente presentavano valori “critici”. Come illustra il Managing Director della Fondazione, Alan Pampallona: “In ogni dimensione comportamentale che abbiamo considerato – dalla capacità di dare spiegazioni a quella di infondere fiducia, dalla vicinanza all’ascolto del paziente e alla sua valorizzazione, fino alla proposta di soluzioni e percorsi di cura – si è verificato un aumento della frequenza dei comportamenti positivi manifestati dai medici. Tutti i valori sono progressivamente migliorati nell’arco di tempo del progetto, raggiungendo un’omogeneità quantitativa e qualitativa nel livello del ‘servizio relazionale’ che prima non esisteva”.
In sintesi il progetto Ippocrates, senza utilizzare interventi formativi in aula e senza distogliere i medici dall’attività professionale, ha alimentato un efficace e duraturo processo di amplificazione dei comportamenti positivi.
Questi dati saranno presentati il 1° Ottobre a Milano nel Convegno: “Anche le parole curano. Relazione di cura e complessità”.
L’evento è destinato ai Medici di ogni specialità, con partecipazione gratuita e attribuzione di 9 crediti ECM.
La giornata si apre con il disegno del contesto in cui si colloca la Relazione di Cura, alla luce degli attuali cambiamenti psicosociali.
Segue la presentazione del Progetto Ippocrates, del Modello, delle sue logiche e dei risultati conseguiti. Una speciale attenzione è dedicata anche alle Parole, intese come strumenti di cura.
La testimonianza di alcuni Direttori di Dipartimento dell’Istituto Nazionale dei Tumori offre considerazioni e riflessioni sul Progetto e sulle sue influenze nel concreto esercizio della pratica professionale.
Il Convegno si arricchisce con la visione della Relazione Medico-Paziente nelle nuove prospettive neurobiologiche: evidenze cliniche sperimentali sugli effetti della Relazione nel Processo di Cura e si completa con le prospettive della complessa evoluzione tecnologica delle cure.
Sono inoltre previsti Lavori di gruppo, nei quali i partecipanti potranno verificare e approfondire le conseguenze generate da varie modalità relazionali.
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