Quale incidenza ha sul decorso della malattia una corretta gestione del rapporto medico-paziente nel caso di minore affetto da patologie gravi? Terapia intensiva e cure palliative pediatriche, come coinvolgere la famiglia dei piccoli degenti? E ancora: fino a che punto è “misurabile” una corretta relazione medico – paziente?
Se n’è discusso martedì 28 marzo, a Palazzo Lombardia, nel convegno “La relazione medico bambino. Prevenire e affrontare la sofferenza emotiva dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. Esperienze e modelli a confronto”, organizzato dalla Fondazione in collaborazione con Regione Lombardia – Assessorato al Welfare.
Il convegno, ha visto insieme medici, associazioni e istituzioni, ed è stato occasione per presentare la Carta Relazionale per la Cura dei Bambini ideata e promossa dalla Fondazione Quarta. Un documento che riassume in sei punti chiave i bisogni del bambino malato e i relativi comportamenti atti a soddisfarli, redatto da un pool interdisciplinare composto da oltre 100 medici, psicologi, sociologi e giornalisti; il documento, primo in Italia a essere interamente dedicato alla soddisfazione dei bisogni relazionali dei piccoli pazienti e delle loro famiglie, si candida a diventare modello per i diversi reparti pediatrici degli Ospedali Lombardi, i quali potranno opportunamente personalizzarlo nella convinzione comune che la “relazione” sia da considerarsi a tutti gli effetti un atto medico.
Il Convegno è stato moderato da Luigi Ripamonti, responsabile salute del Corriere della Sera e medico, e sono intervenuti Alberto Giannini, Responsabile Terapia Intensiva Pediatrica, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico – Clinica De Marchi Milano, Carlo Alfredo Clerici, S.C. Pediatria, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori Milano; Dipartimento di Oncologia e Emato-Oncologia, Università degli Studi Milano, Giada Lonati, Direttore Socio Sanitario Vidas Milano, Momcilo Jankovic, Pediatra, Fondazione MBBM ASST Monza, Rinaldo Zanini, Pediatra, Comitato Percorso Nascite Regione Lombardia e Vittorio Carnelli, Presidente Fondazione ABIO.
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